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Immagine del redattoreComunità dell'Eremo

Se vogliamo stare dalla parte di Dio


Dal Vangelo secondo Luca

Lc 6,20-26

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

 

Dio “soffre dove soffre l’amore”, diceva Jürgen Moltmann. Per questo è il Dio dei poveri, di coloro che hanno fame, che sono nel pianto, oppressi e perseguitati dall’egoismo dei ricchi, dall’indifferenza dei sazi, di chi ride e sghignazza mentre cerca di farsi strada sfruttando il dolore e il pianto dei diseredati.

A questa umanità travolta dalla povertà e dall’oppressione Gesù dice: “Beati voi”. Non perché la loro situazione sia felice, ma perché Dio sta dalla loro parte, sempre, e farà giustizia.

Se dunque vogliamo stare dalla parte di Dio, non possiamo che stare anche noi dalla parte dei poveri, in difesa di questo “universo di dignità infinita”, come diceva don Milani.


Oggi, più che mai, è necessario dire coi fatti chi siamo – cristiani! – e prendere posizione, guardare come guarda Dio e agire come Lui ha fatto e ci chiede di fare, a partire da questo Vangelo che schiaffeggia la nostra indifferenza e smaschera l’ipocrisia della nostra apparente adesione a Cristo. Che giungiamo persino ad ostentare pur di ottenere ciò che vogliamo.


Ditemi ora se questo è Vangelo, e vi prego risparmiamoci il luccichio degli slogan:

  • vogliamo far “sparire” i poveri per cercare consensi, facendo leva sulla diffidenza e i timori della gente? Gesù non l’ha mai proposto! …e di rom, clochard, adultere e ladri ne ha incontrati e amati tanti!

  • Vogliamo trasformare la complessa questione dei migranti in una macchina di propaganda elettorale? Forse certuni penseranno che difendere i propri confini sia un diritto e che farlo sia addirittura un obbligo. Ed è vero. Ma difendersi da chi? Dai poveri che fuggono dalla fame e dalla guerra o da chi le guerre le comincia e spietatamente trasforma il popolo aggredito in carne da macello?

  • Vogliamo esercitare una falsa libertà di coscienza vivendola sulla pelle degli altri come libertà dell'indifferenza? (sull'argomento, vi consiglio di leggere l'appello del card. Matteo Zuppi lanciato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, 6 settembre 2022)

“Guai a voi”, dice Gesù. Non solo agli autori materiali di certi misfatti, ma anche ai complici che fanno loro l’occhiolino.


Si avesse almeno il coraggio - anzi la dignità! - di non ostentare sfacciatamente una strenua difesa dei valori del Vangelo, visto che certi "progetti" opprimono ed emarginano Cristo stesso che, lo si voglia accogliere o meno, è presente e vive nella vita dei poveri: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me"» (Mt 25,41-45).

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