top of page
strisciablog.jpg

Per guardare la vita dall'alto

e vedere il mondo con gli occhi di Dio

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO

leggi | rifletti | prega | agisci

VUOI RICEVERE IL COMMENTO ALLA PAROLA DEL GIORNO SU WHATSAPP?

icona-whatsapp-300x300.png
civetta_edited.png
Se vuoi ricevere il post quotidiano della Parola del giorno su WhatsApp, compila questo modulo. Ti inseriremo nella bacheca "La Parola del giorno" da cui potrai scaricare il link.

Il tuo modulo è stato inviato!

Cerca
  • Immagine del redattoreComunità dell'Eremo

“Rimani con noi”


Dal Vangelo secondo Luca

Lc 24,13-35


Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

“Rimani con noi…”

"Quando fu a tavola con loro, prese il pane...lo spezzò e lo diede loro”

Cristo si fa ospite perché è compagno di viaggio, infatti non si limita ad aspettarci alla locanda, anzi si direbbe che addirittura preferisca il ruolo del viandante rispetto a quello dell’ospite: “fece come se dovesse andare più lontano”. Così i discepoli da invitanti si scoprono invitati: è il Signore Gesù il vero ospite che li ammette alla comunione con lui per cui quella cena diventa Eucarestia, comunione pazientemente ricercata e finalmente raggiunta. All’improvviso lo vedono e lo riconoscono; ma non è Gesù che cambia di aspetto, sono invece proprio i loro occhi che diventano capaci di riconoscerlo perché i loro cuori si sono riscaldati alla Parola dell’Amico divenendo capaci di entrare in comunione con Lui.

Contempliamo l’icona di questa cena ad Emmaus.

Dentro la casa, Gesù è al centro, in piedi, sta spezzando il pane. E' rivestito dalla tunica, il chiton rosso e il mantello, l'imation blu che indicano le due nature. Il blu, indicando il cielo, sottolinea il miste­ro della vita divina: Gesù è vero Dio. Il rosso richiama il fuoco, il sangue, l'umanità: Gesù è vero uomo.

Il discepolo barbuto più an­ziano, è Cleopa; indossa un mantello e una tunica dalle tonalità intense e calde che rimandano al desiderio profondo di comunione e alla forte tensione a diventare una cosa solo col Maestro. L’altro discepolo più giovane porta una tunica bianca e un mantello rosso: con le mani aperte e il volto rivolto al Risorto, pare bere ogni sua Parola e volgere a Lui tutto il suo desiderio. Anche lui col salmista sembra esclamare: “l’anima mia ha sete di Dio, ha sete del Dio Vivente, quando vedrò il suo Volto?”

Il verde del pavimento ci suggerisce inoltre la fertilità del­la parola di Cristo che è portatrice di vita, di gioia vera; i rossi aranciati dell’arreda-mento, poi, ci parlano dell'amore che si spende nel sacrificio fino a dare la vita e ci rimandano all’immagine del roveto ardente sull’Oreb.

I due discepoli, seduti attorno alla tavola, contemplano meravigliati, stupiti ed estasiati Gesù: "Dissero l’un l'altro non ci ardeva forse il cuore in petto mentre ci parlava per la strada e ci apriva il senso delle scritture?".

Ormai Lui è in noi e noi in Lui, grida l’icona. Il nostro cuore raggelato e lento, comincia a pulsare e ardere; i nostri occhi prima appannati dalla paura e dalla tristezza, si aprono a contemplare il Signore della Vita. Tutto, suggerisce l’icona, era necessario, ma per riconoscerlo bisognava rimanere in Lui, bisognava spezzare il pane con lui. Ascolto e comunione trasformano il cuore di pietra in cuore di carne. Qui, grida l’icona, si respira vita divina e si partecipa ad essa pienamente;

qui, nell’Eucarestia, non solo facciamo esperienza di un Dio che è per noi e con noi ma anche di un Dio che è in noi. E noi tabernacoli viventi, uomini e donne spirituali, avendo incontrato il Signore, ci lasciamo illuminare dallo Spirito e permettiamo all'amore del Padre di vivere in noi.

Ma non indulge troppo il Signore: “dopo la frazione del pane, sparì dalla loro vista” . Per quanto gratificante sia la sua manifesta presenza tra noi, Egli non teme di sottrarsi e nascondersi ai nostri occhi forse per costringerci di nuovo a partire, a camminare, con un ritmo cadenzato non più dalla delusione, ma sulla calda certezza che ha risvegliato il nostro cuore: è risorto!

“Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme” Si potrebbe quindi dire che noi siamo una Chiesa viandante e pellegrina che ha il compito di annunciare a tutti la vita e la speranza. Dunque è irrinunciabile l’impegno di affiancarsi agli uomini e donne del nostro tempo e farci accettare come compagni di viaggio.

Urge uscire dalle nostre delusioni e dalle nostre situazioni di fiacca perché la Provvidenza ci fa vivere in un’epoca il cui simbolo è la strada a più curve più che ‘la poltrona’: senza ritrosie per il ‘nuovo’ e senza compromessi col presente ritenuto possibile, tranquilla riedizione del passato…Sedentarietà a tutti i livelli: culturale, religiosa, psicologica. Se davvero ci sta a cuore Cristo, occorre camminare con attenzione, con vigile disponibilità, direi persino con ardimentosa gioia perché Lui si accompagna a noi nel cammino, ci scalda, anzi ci fa ardere il cuore aprendolo alla più vera riconoscenza, per cui esclamiamo:

Signore Gesù, grazie perché ti sei fatto riconoscere nello spezzare il pane. Mentre stiamo correndo verso Gerusalemme, e il fiato quasi ci manca per l'ansia di arrivare presto, il cuore ci batte forte per un motivo ben più profondo.

280 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page