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  • Immagine del redattoreComunità dell'Eremo

"Per custodire i tuoi passi"

Dal libro dell’Esodo

Es 23,20-23a

Così dice il Signore:

«Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.

Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.

Il mio angelo camminerà alla tua testa».

 

Vip, ricchi e potenti si muovono quasi sempre sotto scorta, seguiti a vista da ‘fidate’ guardie del corpo. Vuoi o non vuoi, stanno loro col fiato sul collo ed è come vivere in una gabbia dorata. Li sorvegliano notte e giorno, ma non è detto che siano 'buoni custodi', almeno biblicamente. Nella Bibbia, infatti, il custode è colui che sta accanto all’altro con amore e rispetto ed è pari a un fratello, simile a un padre, come un amico.


I poveri invece, quelli che non contano nulla, e con loro anche la gente comune, non usufruiscono di tutele speciali per guardarsi le spalle. Loro non sono né protetti né custoditi. Il che vuol dire che tutti, in un modo o nell’altro, siamo come esposti lungo il cammino e mai totalmente al sicuro.


Sembra però che Dio, nei giorni della creazione, abbia pensato anche a questo: custodire i tuoi passi. E qui comincia la storia - non la fiaba! - dell'Angelo custode, di cui oggi facciamo memoria nella Liturgia.


Ad ogni parto, per ogni vita che nasce, Dio manda un Angelo “davanti a te per custodirti sul cammino” e sostenerti con il suo aiuto misterioso e potente.

Questo inviato speciale, che s'impegna a proteggerti, ha una missione ben precisa: “farti entrare” nel luogo che Dio ha preparato per te.

Comprendi allora che la vita ha un traguardo, una meta, un 'luogo' che ti attende. Non sei una mina vagante, un figlio del caso spuntato dal nulla. E la presenza dell’Angelo che “cammina alla tua testa” è la prova costante della prossimità di Dio al tuo cuore, nei giorni che vivi.


Ma questo dono - la custodia dell'Angelo - reclama rispetto, ascolto, docilità.

Rispettare la sua presenza, ascoltare la sua voce, non ribellarsi a lui significa accogliere l'ispirazione a fare il bene ed evitare il male, sempre, anche nelle piccole cose. E questa santa ispirazione, che strada facendo si fa chiara nel cuore, fa essere l’uno-per-l’altro con ogni creatura, a cui ci lega un unico Padre.

L’Angelo che custodisce te è dunque anche colui che ti sollecita a diventare, a tua volta, custode della vita. Proprio così: anche tu un angelo, in carne e ossa, che difende i deboli, cammina alla loro testa, consiglia chi è nel dubbio, spiana le strade, incoraggia, cura, accompagna...


Quindi, per piacere, non dire più: “non voglio responsabilità!”.




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