Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,7-15
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Nicodemo: ecco un uomo sincero che cerca la verità. Pare fosse “uno dei capi dei giudei”, membro del sinedrio, fariseo, maestro di Israele. Questo personaggio di tutto rispetto incontra Gesù a Gerusalemme, probabilmente per la festa di Pasqua. Va da lui “di notte”, come notifica per ben due volte l’evangelista Giovanni alludendo al desiderio profondo di quest’uomo di lasciarsi le tenebre alle spalle per andare con coraggio verso la luce e, al contempo, alla fatica di esporsi apertamente in favore di Gesù.
Una fatica che via via supera con nobile coraggio, se pensiamo che più tardi interverrà apertamente in una disputa sorta contro Gesù e dinanzi alla gente, alle guardie, ai sommi sacerdoti e ad alcuni farisei, – insomma anche ai colleghi! – dirà con tono pacato ma anche provocatorio: "La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?" (Gv 7,51).
In quell’occasione dovette trangugiare una rispostaccia ironica e ‘palesemente’ offensiva: “Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!" (Gv 7,52). Offesa a parte, la battuta dei colleghi pare non lo inibì più di tanto perché lo ritroveremo al Calvario con Giuseppe d’Arimatea quando, uscendo definitamente allo scoperto, portò “una mistura di mirra e aloe” per ungere il corpo di Gesù, di fatto “nascendo dall’alto”.
Ma che vuol dire ‘nascere dall’alto’?
“Nascere dall’alto” non vuol dire “nascere di nuovo” come a primo acchito aveva erroneamente capito Nicodemo che s’affretta a chiedere a Gesù come potesse essere possibile rientrare nel ventre di sua madre ed essere partorito una seconda volta.
Nascere dall’alto, dice Gesù, significa nascere dallo Spirito, di cui evoca l’azione ricorrendo all’immagine del vento. Il mistero dello Spirito che agisce in noi, come il vento, è inafferrabile, impalpabile, eppure “ne senti la voce” e via via potrai anche ‘vederlo’ se, chiusi gli occhi della carne, volgi il tuo sguardo al Signore con fiducia e e ti lasci ‘rifare’ ogni giorno da Lui.
Oggi Nicodemo sono io quando sento il risvegliarsi di inquietudini profonde, quando affiora dal cuore il desiderio di andare verso la luce, quando intuisco che solo il Signore me la può donare ma, al contempo, avverto la fatica di concedermi “al vento” con docilità e fiducia. Nel cuore so di dover 'uscire allo scoperto' e manifestare la mia fede, ma avverto una certa riluttanza ad espormi ed abbandonarmi con fiducia.
Rispetto a Nicodemo però riconosco di avere una marcia in più: a lui mancava la luce del Signore risorto, a me no!
Non ci resta allora che volgere lo sguardo verso questa luce e lasciare che il vento dello Spirito ci sospinga e ci induca a camminare in novità di vita, rinati!
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