Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,11-15
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell'Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
Lo hanno definito in molti modi: profeta, apostolo, angelo, precursore, battista, sacerdote, predicatore agli inferi, modello dei monaci, fiore del deserto, martire. Giovanni è stato tutto questo, ma l’appellativo che forse più di tutti ne delinea la vocazione è Pròdomos, precursore. Il pròdomos era un battello che pilotava le navi pesanti quando dovevano raggiungere il porto; nel gergo militare invece designava il soldato che veniva inviato in avanscoperta per esplorare la strada e far muovere in tutta sicurezza l’esercito evitando le possibili insidie nascoste lungo il percorso.
Di lui Gesù ha fatto uno splendido elogio: “non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista”. Ma ha anche aggiunto: “il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”. Non consideriamola una ‘sottostima’ della sua grandezza personale, una valutazione morale, ma un semplice dato di fatto. Giovanni storicamente sta soltanto sulla soglia del regno instaurato da Gesù, fa da cerniera tra l’Antico e il Nuovo Testamento, si trova ancora nel tempo della promessa, appena a ridosso del compimento.
Chi invece vive già nel tempo della salvezza che fiorisce pienamente nel mistero pasquale, fosse pure il più piccolo, poiché è reso partecipe della nuova creazione, non può che essere più grande di lui.
Ciò che conta è l’essere ‘figli di Dio’, amati e redenti e sentire che questa, per noi, non è una semplice promessa, ma un’opera compiuta. Recuperando l’immagine della nave – Cristo - che entra in porto pilotata da un piccolo battello – Giovanni – possiamo davvero sentirci al sicuro: non siamo più in alto mare, sbattuti dalle onde, non navighiamo più a vista, alla continua ricerca di un riferimento che ci rassicuri.
Seguiamo una scia chiara e luminosa: Cristo. E se Lui è giunto in porto, vi arriveremo anche noi, tanto più che lungo il cammino la Parola ci guida, molto spesso mediata da profeti che anche oggi il Signore ci invia; un pròdomos anche per noi, che va in avanscoperta indicandoci la strada sicura e mettendoci in guardia dalle pericoli nascosti lungo il cammino.
A questo punto ecco il pungolo: dai giorni di Giovanni il Battista fino ad oggi viene annunziato il regno di Dio, ma mi chiedo, parafrasando l’evangelista Luca, davvero ci stiamo sforzando per entrarvi?
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