Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Quando leggo questa parabola penso spesso a Giobbe, che nella Bibbia è l’emblema dell’uomo comune che all’improvviso viene colpito da una serie di disgrazie. Spogliato di tutto – beni, figli, salute – va in cerca di risposte che diano senso al suo dolore. Mentre rumina con affanno gli eventi che vive, ad un certo punto esclama:
“Se stimerai come polvere l'oro
e come ciottoli dei fiumi l'oro di Ofir,
allora l'Onnipotente sarà il tuo oro,
sarà per te come mucchi d'argento.
Allora sì, nell'Onnipotente ti delizierai
e a Dio alzerai il tuo volto” (Gb 22,24-26).
È proprio ciò che oggi dice Gesù: fai una stima, dai un giusto valore alle cose. Ci sono beni di terra che passano e scivolano via come i ciottoli trascinati dalla corrente del fiume, e ci sono beni duraturi, di cielo, che sono preziosi per sempre. Beni che nessuno può sottrarti.
Valuta dunque, discerni: cos’è che è bene accumulare davvero?
Giobbe fa una scelta: “Dio è il mio oro! E io potrò gioire in Lui guardandolo in faccia, come fa un amico”.
Anche noi dobbiamo fare una scelta. In giro ci sono tanti dispenser che erogano felicità immediate, ma terribilmente fluide: successo in tempi brevi, guadagni a portata di mano, soluzioni quasi magiche ad ogni problema. In realtà, così non è perché, per ottenerli, sei costretto a mettere un’ipoteca sulla tua anima. Quando poi pensi di averli finalmente ottenuti, scivolano via trascinati dalla corrente della tua perenne insoddisfazione, perché niente delle cose ti basta davvero e tu vuoi sempre avere di più.
Non solo: anche il poco o molto che tu chiami “tesoro” e che pensi di poter raccogliere nei magazzini del cuore, prima o poi deve fare i conti con il tempo che passa: non c’è niente che tu possa trattenere in eterno se non il tesoro che hai accumulato per il cielo, e che Gesù indica in quell’arricchirsi presso di Dio piuttosto che accumulare tesori per sé.
Accumuliamo dunque, ma solo quei beni per i quali vale la pena rinunciare a tutto il resto. E mi auguro che il nostro sguardo sappia riconoscerli e il cuore custodirli.
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