Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,28-31
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Pietro e gli altri discepoli erano presenti quando un tale se n’era andato via triste rinunciando a seguire Gesù perché inghiottito dai “molti beni”. Non sappiamo cosa avessero pensato in cuor loro accompagnando con lo sguardo i passi di quest’uomo a cui mancava “una sola cosa” per “avere in eredità la vita eterna”. Sappiamo però che Gesù aveva subito commentato: “Quanto difficilmente coloro che possiedono ricchezze entreranno nel regno di Dio” (Mc 10,23).
Credo che queste parole del Maestro avessero un po’ agitato i discepoli disorientandoli. Il Vangelo dice addirittura che erano rimasti “sbigottiti”. Ma Gesù, che era già nel discorso e voleva andare fino in fondo, a conferma di quanto aveva detto, aggiunse: “Quanto è difficile entrare nel regno di Dio. È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio” (Mc 10,25).
Probabilmente a quel punto sarà caduto un silenzio pesante sul gruppo.
Nessuno osava aprir bocca fin quando – ed ecco il Vangelo di oggi – Pietro “prese a dire”.
Insomma, Pietro rompe il ghiaccio e va subito al sodo facendosi portavoce delle domande che aleggiavano nella testa di tutti, legittimamente preoccupati per loro futuro. In fondo erano stati generosi nel lasciare tutto per seguire Gesù, ma la faccenda del cammello e della cruna dell’ago, quella della porta stretta e poi, la più cruda e dura da digerire, la croce, erano diventate una spina nel fianco, insomma la sfida era enorme. Ne valeva davvero la pena tenendo conto che l’aver lasciato tutto (con qualche riserva strada facendo!) poteva non bastare per entrare nella vita eterna?
Ma Gesù con la sua risposta li spiazza: voi pensate di avere lasciato tutto – e se è vero, buon per voi! – ma io vi dico in modo solenne - e fa l’elenco delle persone e delle cose lasciate – che di questi affetti e di questi beni voi fin da ora ricevete il centuplo, prenotandovi anche un biglietto d’ingresso per la vita eterna. Che verrà. E quando verrà, se sarete stati fedeli, se mi avrete seguito anche nella persecuzione, se vi sarete fatti poveri, “ultimi” per me e per il Vangelo, sarete “primi”.
Avranno capito?
E noi? Abbiamo capito che “lasciare tutto” non è un gesto che compi una volta per tutte ma una scelta quotidiana che devi rinnovare fedelmente ad ogni tornante della vita?
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