top of page
strisciablog.jpg

Per guardare la vita dall'alto

e vedere il mondo con gli occhi di Dio

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO

leggi | rifletti | prega | agisci

VUOI RICEVERE IL COMMENTO ALLA PAROLA DEL GIORNO SU WHATSAPP?

icona-whatsapp-300x300.png
civetta_edited.png
Se vuoi ricevere il post quotidiano della Parola del giorno su WhatsApp, compila questo modulo. Ti inseriremo nella bacheca "La Parola del giorno" da cui potrai scaricare il link.

Il tuo modulo è stato inviato!

Cerca

“Mio Dio, fammi conoscere chi sono veramente”

Immagine del redattore: Comunità dell'EremoComunità dell'Eremo


Dal Vangelo secondo Luca

Lc 9,46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.

Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

 

A scuola e a casa sì, ma fuori da lì occuparsi dei bambini era tempo perso: questa era la mentalità imperante al tempo di Gesù. I rabbini addirittura non perdevano neanche tempo ad accarezzarli perché farlo significava avvilire la propria dignità. E, giusto per allargare gli orizzonti, tutto il mondo greco-romano li considerava alla stregua di “materiale grezzo da formare”.

Considerato questo, possiamo capire meglio il senso del gesto di Gesù che prende un bambino e se lo mette vicino. Io, sembra dire il suo gesto, sto dalla parte di chi non conta nulla e, soprattutto, non voglio essere “uno che conta”.


Così, finemente, disarma anche la discussione sorta tra i discepoli: “Chi tra noi è il più grande?”. La domanda è già di per sé goffa, perché goffa è la presunzione superba di coloro che sgomitano per diventare i primi della classe: si convincono d’essere bravi e pretendono il “giusto” riconoscimento. Quando poi sul terreno di questa presunzione si comincia a discutere animatamente per autoproclamarsi “grandi e capaci”, si eruttano maldestramente parole vergate di crassa ignoranza. Il superbo, diceva qualcuno, non è altro che un debole vestito da re e il suo regno è confinato alla propria ignoranza.


Se vogliamo davvero essere discepoli di Gesù, lasciamo che il Maestro ci educhi a diventare testimoni, non a parole, ma a partire dall’abbiccì dell’umiltà che è sinonimo di piccolezza evangelica. Solo una sana umiltà può ridurre la taglia extralarge del nostro ego e farci essere autenticamente piccoli.

Quanto è importante la piccolezza evangelica che ti libera dalla presunzione farisaica d’essere “giusto” e sempre in diritto di guardare il mondo dall’alto di una cattedra per impartire lezioni di vita!

Sì, perché sapete qual è l’illusione più pericolosa per un discepolo? È pensare, come diceva il Curato d’Ars, che “tutto ciò che fa e dice, è ben fatto e ben detto”. Magari non lo esprime a voce alta, addirittura può anche sostenere il contrario per palesare un’umiltà di facciata. Ma guardatelo all’opera: se “prende la parola” e discutendo mette in cattiva luce qualcuno lasciando intendere qualcosa di negativo, se mormora e punta il dito, allora dubita di lui: sta solo gonfiando il suo ego!


“Mio Dio, fammi conoscere chi sono veramente”, diceva sant’Agostino.

209 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page