Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Gesù aveva appena detto: “Amate i vostri nemici e sarete figli dell’Altissimo” (v. 35). Ora aggiunge: “Siate misericordiosi, …non giudicate, …non condannate, …perdonate, …date”.
C’è una critica che condanna e uccide non solo chi la subisce ma anche chi la tesse senza misericordia. Puntare il dito e farsi giudice di un altro, fosse pure di colui che di malefatte ne ha accumulate a iosa, è sempre un gesto folle perché significa volersi sostituire a Dio e pretendere con cieca arroganza di poter entrare nella coscienza degli altri presumendo di conoscere la verità più nascosta che vi abita.
Oltre a essere una mossa incauta e superba, questa pretesa diventa anche la nostra stessa condanna perché mettendoci al posto di Dio andremo inevitabilmente a cozzare contro il suo giudizio: “non condannate e non sarete condannati”.
Cos’è che invece attira su di noi il perdono?
Ecco l’immagine del mercante che riempie, pigia e scuote “una buona misura” per versare sovrabbondanza di grano nel grembiule della donna che va al mercato a fare la spesa. Fa’ come il mercante, dice Gesù, sii sovrabbondante nel dare, nel perdonare e nell’amare. Quella “bella misura” data con generosità – e dico “bella” perché questa è la logica del buono-bello che impariamo da Dio – si fa sovrabbondanza di bene anche per te. Dio stesso verserà nel tuo grembo una misura traboccante di misericordia. E sarà la ricompensa che colmerà il vuoto del tuo peccato. E il tuo grembo sarà fecondo di bene!
Con voi vorrei ricordare qui, a chiosa di questa esortazione di Gesù, le parole del Papa Benedetto XV che allo scoppio della Prima guerra mondiale non esitò a denunciare quell’«inutile strage»: “Oggi il più alto dovere della carità — e voi lo state compiendo e vi esortiamo a perseverare — è questo: adoperarsi per affratellare i diversi popoli che la guerra ha diviso, procurando che non si acuiscano gli odii, ma si attutiscano piuttosto a poco a poco con opere scambievoli di cristiana misericordia” (Legentem vestram).
Solo la misericordia potrà tirarci fuori dall’inferno di questa guerra che sta svuotando il nostro grembo di grano e di bene!
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