Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,31-36
Chi viene dall'alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.
L’evangelista Giovanni mette in bocca al Battista le parole del Vangelo di oggi e sono l'ultima testimonianza del Precursore su Gesù, sollecitata da una discussione sorta tra i suoi discepoli e un giudeo “a proposito della purificazione” (Gv 3,25).
“Rabbì, – dicono al Battista – colui che era con te dall'altra parte del Giordano [Gesù] e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui".
Considerando questa reazione risentita dei discepoli, si può ragionevolmente pensare che il giudeo con cui avevano discusso avesse sostenuto che la purificazione si ottenesse attraverso il battesimo amministrato da Gesù e non attraverso quello amministrato da Giovanni, il quale, predicando la conversione, aveva già battezzato molti nel fiume Giordano.
Come risponde il Battista?
La sua risposta è lapidaria: “Non sono io il Messia”. E continua poi dichiarando di essere “l’amico dello sposo” per poi ribadire che “Egli [lo sposo] deve crescere e io, invece, diminuire” (Gv 3,28-30).
I versetti del Vangelo di oggi continuano, approfondendola, questa sua testimonianza su Gesù: i toni sono elevatissimi, i passaggi complessi, come è nello stile dell’evangelista Giovanni. Dobbiamo dunque ruminare con calma, a fondo e pazientemente questo concentrato teologico, che riduciamo all’osso in questo modo: Gesù viene presentato come “Colui che viene dall’alto” ed è “al di sopra di tutti”. Cioè viene dal cielo, dal mondo divino e “attesta ciò che ha visto e udito”, ossia: con Gesù sentirete parlare di Dio per esperienza diretta e non per sentito dire.
Non solo: “Egli dà lo Spirito”, e lo dà senza misura perché è la sorgente stessa dello Spirito.
Ascoltare la sua Parola è ascoltare Dio. Credere in Lui e obbedire ai suoi insegnamenti significa accogliere lo Spirito ed entrare nella vita eterna.
Se siete ardimentosamente arrivati fin qui nella lettura di questo concentrato teologico, immagino che vi aspettiate delle conclusioni per quello scampolo di vita che viviamo sotto questo cielo.
Il ragionare su Dio dell’evangelista potrà sembrare complesso, ma ciò che ci chiede e ciò che ci prospetta è semplicissimo: credi in Gesù Figlio di Dio, ascolta e obbedisci alla Sua parola e avrai la vita eterna. Punto.
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